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Bene stabilizzazione dei precari alla Regione Basilicata

Un primo passo per dare una risposta ai  lavoratori che da anni attendono segnali concreti. Bene che si sia proceduto, dando attuazione alle previsioni del Piano triennale dei fabbisogni 2019-2021 della Regione Basilicata, alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo parziale a tempo pieno a partire dal 1 maggio. Un provvedimento che interessa 59 lavoratori e lavoratrici, ALSIA ed ex ARBEA, assunti tra il 2015 e il 2016 con un contratto a tempo parziale che finalmente vedranno realizzate le loro istanze più volte rappresentate e sollecitate dalla FP CGIL. Anche in occasione dell’approvazione del piano dei fabbisogni di personale evidenziammo la inderogabile necessità di portare a compimento, insieme alle stabilizzazioni, il passaggio full time che interessa numerosi lavoratori che prestano servizio presso l’ente in queste condizioni da anni, sottolineando che queste non potessero protrarsi fino al 2021. Ora si continui a lavorare per predisporre le procedure di stabilizzazione dei lavoratori precari che prestanoa vario titolo servizio presso la Regione Basilicata perseguendo il tanto ventilato, ma poco praticato, obiettivo di superare il precariato in Regione Basilicata, predisponendo tutti gli atti prodromici all’avvio delle procedure riservate e che potranno avere luogo non appena saremo al di fuori dell’emergenza. Guardando alla fase due proviamo a mettere l’ente Regione nella condizione di riprendere l’attività in sicurezza dando avvio al confronto per la piena attuazione del protocollo previsto dall’accordo nazionale del 3 aprile, ma soprattutto riattiviamo, con le piattaforme digitali disponibili, il confronto con le organizzazioni sindacali su tutte le questioni ancora aperte che riguardano il personale regionale, a partire dall’avvio delle procedure per le progressioni orizzontali dell’annualità 2019, sulle problematiche inerenti all’erogazione della produttività 2018 ai dipendenti funzionalmente assegnati alla Lab e alle ex comunità montane e, non da ultimo, sulla “nuova” organizzazione dell’ente.