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IN BASILICATA SONO CIRCA 250, CHE ATTENDONO LA STABILIZZAZIONE DA VENT’ANNI

Oggi i sindaci lucani hanno la grande occasione di stabilizzare i lavoratori socialmente utili che lavorano nei propri enti. La legge finanziaria ha soppresso la condizione di rispetto del piano dei fabbisogni e ha consentito una deroga ai limiti della dotazione organica e a quelli stabiliti per le assunzioni dalla normativa vigente. Questi lavoratori, per il 2020, potranno essere assunti in qualità di lavoratori sovrannumerari. Una richiesta della CGIL, accolta dal Governo, per portare finalmente a casa un grande risultato: lo svuotamento della platea degli LSU.

I lavoratori socialmente utili (LSU) che operano in Basilicata sono circa 250 e attendono da un ventennio di essere stabilizzati per acquisire un diritto, lo status di dipendente pubblico, che si sono ampiamente meritati sul campo sostituendo i dipendenti comunali che lentamente sono andati in pensione. Conosciamo tutti la situazione dei nostri comuni: sono al collasso in termini di organico per il blocco delle assunzioni che per anni ha impedito l’ingresso di nuove leve e spesso sono costretti ad esternalizzare alcuni servizi con conseguente aggravio di spese e peggioramento della qualità dell’offerta.

Per la stabilizzazione le amministrazioni interessate, raccordandosi con gli uffici regionali, dovranno esprimere l’interesse entro il 31 gennaio prossimo al Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, pena la mancata concessione del contributo che, per una stabilizzazione a part-time (18 ore), è pari a tredicimila euro pro-capite. Oltre ai Comuni dove prestano servizio, anche altri enti locali possono stabilizzare gli LSU beneficiando del contributo per la stabilizzazione.

Si tratta di un’occasione unica e imperdibile per rimpinguare le nostre amministrazioni locali ma soprattutto per eliminare questa forma di precariato che ha visto l’impiego, per vent’anni, di lavoratori a condizioni davvero inaccettabili, una retribuzione inferiore a cinquecento euro mensili e nessuna forma previdenziale. Per questo chiediamo ai sindaci di non perdere questa grande opportunità. Come FP Cgil, da sempre impegnati al fianco di questi lavoratori precari, abbiamo avviato un’azione di sensibilizzazione degli enti e di monitoraggio delle richieste, perché crediamo che queste stabilizzazioni siano anche la soluzione alla forte carenza di organico dei nostri comuni che ormai sono allo stremo e rischiano di bloccare l’azione amministrativa e l’erogazione dei servizi ai cittadini.