FP CGILPOTENZA

Funzione Pubblica CGIL

Seguici su

Il segretario nazionale Fp Cgil, Florindo Oliveiro, a Potenza per l’iniziativa dall’Associazione nazionale Magistrati di Basilicata

Nel corso dell’iniziativa promossa dall’Associazione Nazionale Magistrati di Basilicata sul referendum confermativo relativo alla cosiddetta “riforma Nordio”, svoltasi a Potenza, è intervenuto il segretario nazionale FP CGIL, Florindo Oliveiro.

Nel suo intervento Oliveiro ha richiamato con forza il ruolo della Costituzione e il valore del principio di uguaglianza davanti alla legge, soffermandosi anche sulle criticità strutturali del sistema giustizia e sul tema dei precari. “Il nostro compito per il referendum sulla riforma Nordio è di difendere la Costituzione e il principio di uguaglianza di tutte e tutti davanti alla legge. Principio messo in discussione proprio da una macchina amministrativa che si vuole privare tra qualche mese di 12mila precari che hanno contribuito a ridurre i tempi di attesa per una sentenza”.

Nel suo intervento, il segretario nazionale FP CGIL ha poi approfondito le cause reali delle difficoltà del sistema giustizia, indicando con chiarezza le responsabilità politiche e le conseguenze concrete che rischiano di ricadere sui cittadini. “Non è nella Costituzione il malfunzionamento della giustizia ma nel disinvestimento sul sistema giustizia da parte della politica. C’è una responsabilità dell’esecutivo che si fa scudo dei problemi della magistratura. Alla domanda di votare sì per rispondere che la giustizia non funziona, noi opponiamo l’invito a votare no per dire che al cittadino non interessa lo scontro tra governo e magistrati. Il cittadino chiede tempi ragionevoli del processo, pari dignità davanti alla legge tra chi non ha alcun potere e chi invece, avendolo, gli impedisce anche di protestare di fronte a un diritto violato o a un sopruso”.

“Per questo motivo, il nostro compito per il referendum – ha aggiunto Oliveiro – è di difendere la Costituzione e il principio di uguaglianza di tutte e tutti davanti alla legge. Principio messo in discussione proprio da una macchina amministrativa che si vuole privare tra qualche mese di 12mila precari che hanno contribuito a ridurre i tempi di attesa per una sentenza. Alla richiesta di efficienza della giustizia si risponde, infatti, investendo in essa. Basterebbero 291.341.171 euro annui per l’anno 2026 e di 582.682.342 euro annui a decorrere dall’anno 2027 per la stabilizzazione dei precari della giustizia: 10.350 funzionari e 2645 assistenti. A luglio 2026 i tribunali resteranno privi di circa 9.000 professionalità, che hanno consentito in questi anni la riduzione del 50% dei tempi della giustizia, mettendo quindi a rischio di collasso molti tribunali e corti d’appello del nostro Paese”.