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Cgil e Fp: a 50 anni dalla legge istitutiva, al via la campagna per difendere e rilanciare i Consultori familiari

“In Basilicata rispettato lo standard strutturale di un consultorio ogni 20 mila abitanti ma ridotto numero di ore di lavoro settimanali svolto dall’equipe medico sanitaria”

Cinquant’anni fa, con la legge istitutiva 405/1975, nascevano i Consultori pubblici familiari. Questi fondamentali presidi pubblici di salute e diritti oggi sono sotto attacco: i ripetuti tagli alla sanità pubblica ne hanno ridotto drasticamente il numero e il personale sanitario, sociosanitario e amministrativo che ci lavora. Per questo motivo la Cgil e la Fp Cgil hanno dato il via su tutto il territorio nazionale a una campagna di mobilitazione nei luoghi di lavoro e sui social affinché i consultori tornino ad essere il luogo privilegiato della presa in carico per tutti i bisogni di salute previsti dalla legge che li ha istituiti, innovandone le pratiche e garantendo i lavoratori e le lavoratrici.

Diffusi nel territorio con competenze multidisciplinari, determinanti per la promozione e la prevenzione della salute della donna e dell’età evolutiva, per l‘assistenza alla famiglia e alla maternità e alla paternità con un modello di servizio fondato sull’integrazione tra sociale e sanitario e sulla partecipazione,  a mezzo secolo dalla loro istituzione i consultori continuano a rappresentare un imprescindibile presidio in risposta ai bisogni della popolazione. Ma se i bisogni che ne hanno sollecitato la nascita sono ancora ben presenti, ad essi se ne aggiungono oggi altri, dovuti ai cambiamenti sociali, demografici e culturali intervenuti negli anni, che ne reclamano un potenziamento.

In provincia di Potenza sono attivi 23 consultori. Nel distretto di Potenza, oltre al capoluogo, Muro Lucano, Oppido Lucano, Picerno, Laurenzana, Avigliano, Campomaggiore Sant’Angelo le Fratte, Villa D’Agri, Marsiconuovo, Sant’Arcangelo, Corleto Perticara; nel distretto di Venosa, oltre a quello della città oraziana, ci sono Lavello, Melfi, Rionero in Vulture e Rapone; nel distretto di Lagonegro, abbiamo anche Lauria, Maratea, Latronico, Rotonda e Senise.

Se la Basilicata rispetta lo standard strutturale di un consultorio ogni 20 mila abitanti (anche se nelle aree interne e rurali il rapporto tra popolazione e consultori dovrebbe essere 1 ogni 10.000 abitanti), lo stesso non può essere detto per quanto concerne il numero di ore di lavoro settimanali delle quattro figure professionali dell’equipe indicate dall’Istituto superiore di Sanità per rispondere al mandato istituzionale e rapportate a 20 mila abitanti, è mediamente di 18 ore per i ginecologi, 36 ore per le ostetriche, 18 ore per gli psicologi e 36 ore per gli assistenti sociali. Standard, già di per sé inadeguato ai bisogni, che non riesce ad essere rispettato a causa delle gravi carenze di personale.

I ripetuti tagli alla sanità pubblica e l’assenza di un piano straordinario di assunzioni hanno ridotto drasticamente il numero del personale sanitario, sociosanitario e amministrativo che lavora nelle aziende sanitarie e che è assegnato ai consultori. Anche la grande campagna mediatica cui abbiamo assistito in Basilicata che parlava di potenziamento dei servizi attraverso una straordinaria campagna assunzionale, nei fatti non ha fatto altro che coprire il turn over in servizi già fortemente in affanno a causa di strutturali e croniche carenze.

Noi continueremo a batterci affinché i consultori tornino ad essere il luogo privilegiato della presa in carico per tutti i bisogni di salute previsti dalla legge che li ha istituiti. È necessario assicurare in tutto il Paese i livelli assistenziali previsti dalla normativa, inserendo nel Fondo Sanitario Nazionale un finanziamento aggiuntivo e vincolato per i consultori pubblici, per i quali occorrono assunzioni straordinarie e mirate per colmare le carenze di organico per assicurare un’assistenza qualificata e tempestiva e garantire équipe multidisciplinari, senza obiettori di coscienza, e permettere: percorsi assistenziali e di presa in carico – anche psicologica – per tutto l’arco della vita delle persone. Per garantire la piena applicazione della L

legge 194 e delle Linee di indirizzo del ministero della Salute sull’interruzione volontaria di gravidanza, e Percorsi Nascita per tutte le famiglie con neonati/e entro sette giorni dalla nascita e per almeno sei mesi.

Smantellare i consultori significa demolire luoghi e servizi pubblici per la salute sessuale e riproduttiva, per la prevenzione della violenza di genere, del disagio giovanile e familiare, per l’educazione all’affettività e alla sessualità, per la salute delle donne lungo tutta la vita, per l’accesso libero e sicuro all’interruzione volontaria di gravidanza. Non lo permetteremo, saremo nei luoghi di lavoro e in tutti i territori per rilanciare l’impegno per difendere un presidio fondamentale di salute, diritti e autodeterminazione.

I Consultori devono offrire supporto per tutto l’arco della vita, dall’adolescenza alla gravidanza, dal post-parto all’allattamento, affrontando temi come l’infertilità, la menopausa e il post-menopausa, con un’attenzione fondamentale anche alla salute psicologica. Offerta gratuita e universale: è indispensabile garantire la gratuità di tutti i metodi contraccettivi e degli strumenti di prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse, per un’efficace tutela della salute riproduttiva e sessuale.

I Consultori devono rappresentare un presidio di inclusività, di salute e benessere per tutti, senza distinzioni di genere, orientamento sessuale, nazionalità o condizione sociale. 

In sinergia con ospedali e medici di base i consultori devono far parte di una rete capillare e integrata di medicina del territorio, fondati sul principio dell’integrazione tra le diverse professionalità e dalla molteplicità di aspetti e di bisogni ai quali si propongono di dare risposta. Tuttavia per rendere davvero efficace e sostenibile questo modello di presa in carico globale della persona è necessario collocare i consultori all’interno di una cornice più ampia di difesa e rafforzamento del sistema pubblico sia sanitario che sociale. E’ in questo contesto che si inserisce l’impegno della Cgil che da sempre si batte per la valorizzazione del welfare pubblico attraverso strumenti concreti come la contrattazione sociale territoriale. Solo attraverso adeguati finanziamenti e un lavoro sinergico tra istituzioni, territorio e parti sociali è possibile garantire che i Consultori tornino ad essere veri e propri presidi di salute, diritti e cittadinanza attiva.

La segretaria Fp Cgil Potenza  Sandra Guglielmi 

Segretario aziendale Asp Fp Cgil Potenza  Francesco D’Andrea

Segretaria Cgil Potenza  Silvia Bubbico