Si è tenuta l’assemblea generale della Funzione Pubblica di Potenza in cui sono stati affrontati temi importanti sia di respiro internazionale, come la guerra a Gaza, che nazionale, a partire dall’inflazione che erode il potere di acquisto dei lavoratori, che nel comparto del pubblico impiego attendono il rinnovo dei contratti collettivi della sanità e delle funzioni locali ormai da tempo scaduti e per i quali sono in corso estenuanti trattative, con la richiesta della Fp Cgil di maggiori risorse.
Un’attenzione particolare è stata data alla carenza di personale, con la richiesta di un piano assunzionale straordinario per i tanti enti che sono sottorganico e che, nel caso della sanità, si traduce immediatamente nella sofferenza dei servizi di salute richiesti dai lucani, la cui cartina di tornasole è rappresentata dalle lunghissime liste di attesa. A tal proposito la Fp Cgil di Potenza ha chiesto a più riprese all’assessore alle Politiche della persona della Regione Basilicata di definire linee di indirizzo urgenti alle aziende del servizio sanitario regionale affinché si proceda senza ulteriori indugi e in maniera sinergica, attraverso la condivisione delle graduatorie, lì dove ve ne fosse la necessità, a concludere la stabilizzazione dei precari covid, unitamente allo scorrimento delle graduatorie concorsuali. A proposito della stabilizzazione, non possiamo non citare la graduatoria degli Oss dell’azienda sanitaria o quella delle ostetriche dell’Aor San Carlo, contente ancora unità di personale che ha maturato i requisiti, ha partecipato agli avvisi di ricognizione e non è ancora stata stabilizzata. Avendo concluso, in alcuni casi, anche il periodo di disoccupazione. Importante, tra l’altro, prevedere una nuova finestra di stabilizzazione, rispondendo alle opportunità previste dal Milleproroghe che fissa al 31 dicembre 2025 la possibilità della stabilizzazione dei 18 mesi, per tutte le figure professionali che hanno maturato i requisiti e non hanno potuto accedere alle precedenti ricognizioni, come nel caso dei fisioterapisti dell’azienda ospedaliera regionale San Carlo in servizio presso il presidio di Pescopagano, figure per le quali, tra l’altro, non ci sono graduatorie in essere e la conclusione del concorso unico regionale è ancora lontana, al fine di valorizzare il personale che, con professionalità e spirito di sacrificio ha garantito e continua a garantire la tenuta del sistema sanitario pubblico e universale.
Immancabile il focus sulle recenti elezioni RSU del pubblico impiego, che hanno confermato la fiducia nella Fp Cgil di Potenza che si è sempre schierata dalla parte dei lavoratori nelle tante battaglie per la difesa dei diritti e la lotta al precariato e che ci hanno consegnato la fotografia di un’organizzazione che cresce e che rappresenta un punto di riferimento per i lavoratori di tutta la provincia. La grande partecipazione per il rinnovo rsu, con oltre il 90% dei lavoratori che hanno partecipato esprimendo il loro voto, un percentuale ben lontana da quelle a cui siamo abituati a raggiungere nelle elezioni politiche ed amministrative, dà il senso di come l’esercizio della democrazia è ben vivo e sentito nei luoghi di lavoro e può e deve tornare ad esserlo nelle cabine elettorali. Immancabilmente, quindi, la discussione si è concentrata sul prossimo appuntamento referendario dell’8 e il 9 giugno prossimi, per i quali la Fp Cgil si è spesa tanto nella raccolta delle firme e della campagna referendaria incontrando i lavoratori e i cittadini nelle varie attività svolte sul territorio. La richiesta di 5 si per i quesiti referendari sul lavoro e sulla cittadinanza è stata spiegata e caldeggiata con la consapevolezza che, quando si va a votare per le elezioni il nostro è un voto di delega a qualcuno che auspichiamo possa rappresentare in maniera giusta le nostre idee, mentre quando si vota al referendum non si delega nessuno, ma si sceglie, attraverso un si o un no di produrre immediatamente un cambiamento.
“Il voto è la nostra rivolta” è lo slogan che la Cgil nazionale ha utilizzato per questa campagna. Facciamo che lo sia. I motivi per farlo sono tanti. Anzitutto la lotta alla precarietà, con la reintroduzione delle causali: ci sono giovani che vivono in attesa del rinnovo del contratto e passano da un contratto di somministrazione e uno a tempo determinato, senza nessuna certezza sul futuro. Poi i licenziamenti illegittimi, che hanno reso i lavoratori non solo più precari e poveri, ma anche ricattabili. La garanzia di maggiore sicurezza sul lavoro nei subappalti, richiamando l’appaltatore principale alle sue responsabilità. La possibilità di chi è nato, cresciuto e ha studiato nel nostro Paese di ottenere prima la cittadinanza.
Votando SI possiamo cambiare il mondo del lavoro, possiamo dare stabilità ai nostri giovani che sono costretti a lasciare il nostro territorio e garantire più sicurezza ai lavoratori e più diritti. Per questo domenica 8 e lunedì 9 giugno vi chiediamo di votare SI ai cinque quesiti referendari.